Storia

“Tutto arriva a colui che sa aspettare” cit. Luciano Foralosso

Questa pagina è dedicata ad un grandissimo Maestro che oggi non cammina più fra noi. Ma sul Tatami, Maestro Luciano, per noi ci sei sempre.

Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, per tutto quello che ci hai insegnato, per aver dedicato la tua vita alla Shin Shobukay Ryu!

LUCIANO FORALOSSO
Breve biografia di un grande maestro

Nel 1947 a bordo dell’incrociatore Pompeo Magno il marinaio Luciano Foralosso ebbe il primo approccio con le arti marziali.

Da sempre grande sportivo, avendo praticato già la nobile arte della boxe,intuì da subito che quello che vide da un suo superiore era qualcosa di diverso, più efficace e completo delle attività da combattimento che già conosceva. Quello che lo affascinò di più era il modo in cui anche una persona dal fisico minuto, muovendosi in un certo modo, poteva con poca forza aver la meglio su un aggressore fisicamente più dotato.

Congedatosi due anni dopo, venne a conoscenza che a Genova, sua città natale, un certo Gino Bianchi insegnava un’arte marziale giapponese chiamata Jiu Jitsu, imparata a Tien Tsin (Cina del Nord) durante la rivoluzione cinese del 1936.

Oggi, possiamo affermare che Gino Bianchi e’ stato l’importatore e primo divulgatore del Jiu Jitsu in Italia.

E fu così che dopo diversi anni di dura disciplina e tanti sacrifici, l’allievo Luciano Foralosso si guadagnò la stima e la fiducia del Soke Gino Bianchi entrando a far  parte del privilegiato e ridottissimo gruppo divulgativo della Scuola. Tra questi allievi spiccavano particolarmente quelle doti di umiltà e di tolleranza che solo i popoli orientali sono in grado di avere.

A pochi anni dalla sua morte avvenuta nel 1964, il Soke Gino Bianchi riconobbe come unico discepolo e primo divulgatore del suo stile di Jiu Jitsu il maestro Luciano Foralosso (all’epoca cintura nera III Dan).

Tra sacrifici economici e personali continuando l’attività’ di divulgazione nella scuola del suo Soke, fondò anche altri Dojo in diverse località della Liguria e del Basso Piemonte. Contemporaneamente si avvicinò ad altre discipline orientali come l’Aikido Ueshiba, l’Aikido Yosekan, il Karate Wado Ryu, il Judo ed il Kendo ricevendo insegnamenti direttamente dai maestri Tada, Mochizuchi e Abe.

Poiché il combattimento tradizionale di Jiu Jitsu terminava sempre con la morte di uno dei due contendenti, a livello sportivo venivano praticati dei confronti agonistici con un regolamento molto simile al Judo. E fu proprio nello Shobukai di Genova S. Quirico, suo dojo migliore, dove grazie anche alla presenza di grandi atleti, ideò un nuovo tipo di combattimento che chiamò Kumite Jitsu , in cui alle tecniche di proiezione e di lotta a terra tipiche del Judo venivano applicate anche tecniche di calcio e pugno tipiche del Karate, nonché i fondamentali del Jiu Jitsu tradizionale. 

Durante la sua carriera fondò, sempre prendendone parte attivamente, diverse federazioni nazionale di arti marziali quali la F.I.K. (Federazione Italiana Karate), la F.A.M.I (Federazione Italiana Arti Marziali), la Federazione Italiana Kendo e nel 1982, con l’apporto del Soke Luciano Bosich la F.I.S.J.J. (Federazione Italiana Scuole Jiu Jitsu) di cui ancora oggi fa parte come presidente della commissione tecnica nazionale.

Dopo una vita interamente dedicata alla pratica e alla divulgazione delle arti marziali, nel 1997 e’ stato insignito del grado di Cintura Rossa X Dan Nazionale in occasione dell’ ultimo stage F.I.S.J.J. tenutosi a Napoli e magnificamente organizzato dal Presidente Federale per il Centro Sud Italia dott. Domenico Ventola e dal Soke Massimo Curti Giardina.

Durante il seminario tecnico internazionale svoltosi a Vicenza e Padova nel mese di Giugno, organizzato dal Presidente della I.K.I.K.A, Soke Paolo Colla, alla presenza di grandi maestri internazionali quali D. Blanchet, S.Pimchanok, P. Modrizynski, S. Benkel, B. Lan e del famosissimo R.M. Yamanaha, Luciano Foralosso, all’ età di 72 anni, ha ricevuto il riconoscimento internazionale di X Dan come caposcuola di stile. Delle numerose cinture nere formate dal Soke Luciano Foralosso , merita una nota particolare il Maestro Claudio Santoni, che dopo 25 anni trascorsi al suo fianco, divenendone il più fedele collaboratore (Sempai), in questa occasione e’ stato riconosciuto con il grado di VI Dan, ottenendo così anche la qualifica di istruttore internazionale IKIKA e FISJJ. 

Genova, Luglio 1998, Gruppo Divulgativo Shobukai Ryu

FORALOSSO Carlo “Luciano”
Un mito delle Arti Marziali 
(82 anni di cui 60 di arti marziali)

di Mauro Cappio Barazzone

Fondatore, 1° Soke (Capo Scuola) e presidente della commissione tecnica dell’A.N.I.S.J.J. (Accademia Nazionale Italiana Scuole Ju Jutsu); presidente della commissione tecnica e direttore tecnico Ju Jutsu dell’Area Arti Marziali dell’A.S.C. (Associazioni Sportive Confindustria); presidente della commissione tecnica e direttore tecnico Ju Jutsu dell’Associazione Sportiva Culturale Centri Arti Marziali Jigoro Kano – Italian Self Defence School; fondatore, presidente della commissione tecnica e direttore tecnico Ju Jutsu della Shin Shobukai Foralosso Ryu, presidente onorario della Commissione Tecnica della WLoMA di cui è anche direttore Tecnico Ju Jutsu

Questo è oggi Carlo “Luciano” Foralosso, che nella sua sessantennale vita “marziale” ha ricoperto moltissimi ed importantissimi incarichi tecnici in diverse Federazioni, Enti, Associazioni. “Luciano” (per gli amici) Foralosso è il primo 10° Dan italiano, allievo diretto di quel Maestro Gino Bianchi, fondatore del metodo omonimo, Metodo Bianchi, da anni scomparso, che ha portato il Ju Jutsu in Italia e che lo ha diffuso, anche grazie al suo allievo numero 1 (Luciano Foralosso), in molte parti d’Italia.

 Foralosso oltre ad essere Shihan (Professore) è anche Hanshi (massimo grado delle Arti Marziali Giapponesi) e vanta al suo attivo migliaia di allievi, su tutto il territorio nazionale, di cui moltissime cinture nere dal 1° al 9° Dan. Foralosso, a Genova – sua città di origine – marinaio, inizia a praticare la nobile arte della Boxe nel 1947, due anni dopo incontra il Ju Jutsu del suo maestro, Gino Bianchi, se ne innamora e…non lo smette più: ad Aprile del 2006 ha compiuto 80 anni e, nonostante gli acciacchi (ha 2 chiodi nelle gambe), è sempre sul Tatami (materassina) ad insegnare.

Nei suoi lunghi anni di carriera si avvicina a quasi tutte le arti marziali giapponesi: Karate, Aikido, Kendo, Kobudo, ecc., diventando allievo dei più grandi maestri disponibili in Italia e scambiando esperienze con moltissimi personaggi di spicco del mondo marziale nazionale ed internazionale e ricevendo molti gradi (Dan) in molte di queste discipline. Nonostante gli anni la sua passione per le arti marziali e in particolare per il Ju Jutsu non si affievolisce, anzi: Foralosso è sempre alla ricerca di cose nuove, di nuove esperienze, di nuovi contatti che contribuiscano giorno per giorno ad arricchire il suo bagaglio tecnico e le sue conoscenze di questo immenso e bellissimo mondo. Foralosso, già marinaio, oggi è un vero Samurai (guerriero) che però rinnega qualsiasi tipo di guerra e di violenza e si dedica all’insegnamento del Ju Jutsu solo come difesa e sicurezza personale per tutti, bambini, giovani e meno giovani! Grazie Foralosso, esserti allievo ed amico è un grande onore per me e per tutti gli allievi delle nostre scuole, da te abbiamo imparato moltissimo e tantissimo abbiamo ancora da imparare; ti ho dedicato queste poche righe, che non sono sufficienti a spiegare tutto quello che tu sei nel nostro mondo, ma che comunque sono un piccolo omaggio ad un grande maestro.